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La brevimiranza ossia il pensiero corto

Ieri un articolo mi ha fatto riflettere sulla "brevemiranza" delle azioni umane. Siamo seduti sul divano, subendo un concitato talk show in cui le controparti danno luogo a un florilegio di insulti e di accuse reciproche. Dei gradienti semantici relativi al "vedere", non userei né "guardare" né "osservare": direi "assistere" a delle immagini, tanto alto è il grado di passività con cui fruiamo dell'elettrodomestico tv. Ad ogni modo, seppur in sovrappensiero, udiamo l'inspiegabile cigolio di una porta: ci alziamo di soprassalto e il nostro cuore comincia a rombarci dentro, ritmicamente. Il vento? il gatto? Un ladro? Chi sarà? Niente, era solo il vento. Qualche finestra di troppo aperta, che fa corrente. Siamo più preoccupati dello stridore di una porta che non dell'effetto della sigaretta che stiamo fumando. La reazione immediata del cervello rettiliano di contro al pensiero ponderato della neocorteccia, quello che prende in considerazione le ramificazioni e le ramificazioni delle ramificazioni di una data scelta. La sfida in un modo dominato della gratificazione istantanea del "mi piace" è quella di rieducare il pensiero, che equivale a gettare l'agire - il fare scelte - oltre l'ostacolo del pensiero corto, che abbaglia ma non illumina. #business #impreseitaliane

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