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il bianco

Era l'anno 2000 e la giovinezza sì che sapeva ruggire.

Ed io lì, con i capelli popolosi.

Scendevo qualche scalino. Entravo in un antro che da subito dava un ficcante sentore di tufo. Ci parlavamo. Ci dicevamo che fare.

Le nostre voci, nude solo qualche passo prima, si vestivano dello strascico del suono diffuso, nello spargersi respirante delle stanze.

Pareti. Quadri.

Le opere ricevevano dall'alto il fiotto dei raggi artificiali. Le lancette andavano, a inseguire un inizio.

Vedendomi poco utile ai preparativi, guadagnai l'entrata (o l'uscita, la vita è sempre questione di prospettive; il venire e l'andare sono la notte e il giorno del cammino).

Alla fine della via, vidi sorgere l'avvicinarsi di ombre. Il concitarsi di parole. Lo sbracciarsi di gesti. Riconobbi un mio amico, con padre al seguito.

Parole si affilavano. Un addentellarsi di sillabe.

Il genitore rimproverava suo figlio per aver posato. Nel pomeriggio una voce deve esserglisi conficcata nell'orgoglio: il sangue del suo sangue si era fatto immortalare in un quadro discinto. Campeggiava, suo figlio, al centro di un gineceo, assediato da donne col seno balzante.

Uscì fuori di senno. Il genitore del modello. Modello poco edificante. Riparai nell'antro e riferii al maestro.

Non si scompose: sapevamo tutti e due che il mio amico si era lasciato ritrarre, ventenne, volontariamente. La discussione, fuori, intanto si incrudiva. Informammo chi ci ospitava. Ogni secondo valeva. Si decise. Calò il velo della diplomazia.

Il quadro fu strappato all'abbraccio del tufo e riposto in un recesso inattingibile. Il signore varcò l'ingresso, incoronato dai nostri sguardi come il primo visitatore.

Giocammo d'anticipo. Al confine tra fretta e furtività.

Frugava con gli occhi. Saltava da un olio all'altro. Estenuarsi di pupille nel bianco della sclera.

La ricerca si faceva infruttuosa. Già resa inutile. Resa. Su tutti i fronti.

Quell'uomo non chiese. Aveva meno appigli di un quadro su un chiodo malmesso.

Quell'uomo non la vide. Eppure quell'opera, per degli attimi, c'era stata. Il capolavoro fu quell'illusione d'esserci.

Arte. Realtà / non realtà. Stare / non stare.

Quel giorno, il bianco dell'opera fantasma.




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