Acquistare valore
"Uno vale diecimila se è il migliore". Così sentenziava il #filosofo Eraclito, con quel malcelato elitarismo che connotava parte della sua filosofia, improntata al tutto che scorre.
E se applicassimo questo principio non alle #persone ma alle azioni? Se le azioni valessero di più perché fossero migliori?
Fare di più non significa produrre di più. Quando mi sveglio la mattina infatti dico a me stesso: meno cose ma fatte bene.
Sì, perché basta una mossa giusta per smuovere un mondo. E tutto inizia dal farsi le domande giuste per innescare processi virtuosi.
Chiediamoci: perché siamo stati scelti per un certo lavoro?
Non perché siamo più bravi di altri #colleghi o perché abbiamo offerto un #prezzo migliore. Spesso siamo stati scelti perché - al di là del sapere e della pratica propri di ciascun settore - abbiamo acquisito sul campo meriti che prescindono dalla tekné. Abbiamo investito tempo nella costruzione di rapporti, col tempo abbiamo trasformato questi contatti in legami: siamo diventati credibili.
E questa virtù non si trova al supermercato: abbiamo investito tempo e soldi nel costruire una cornice di credibilità entro cui il quadro delle nostre competenze acquista valore (abbiamo pagato un grafico per il logo, abbiamo realizzato un sito, abbiamo fatto PR).
Perché - ricordiamolo - si vende a persone, non ad aziende. E le persone non si raggiungono con un "mi piace", al massimo si avvicinano; ma per gli incontri delle menti, per le condivisioni che ci legano dentro, ci vuole il tempo che ci vuole.
Farsi le domande giuste. Quel signore è solo l'amico dell'amico di mio padre? Non è un grafico pubblicitario? Io non ho bisogno di un logo? Che succede se aumento il valore percepito, se ho un'identità?
Non tanto fare più cose, ma fare cose che ci fanno essere più noi. L'esatto contrario del concetto di alienazione, delle chiamate a raffica di alcuni call-center, delle persone sfogliate su Tinder.
Il nostro lavoro, nobilitandoci, ci fa esistere e ci fa essere.
